mercoledì 24 dicembre 2014

I Mosaici in opus sectile del Duomo di Monreale

Il sito costituisce la trattazione attualmente più estesa ed organica dell'opus sectile a motivi geometrici del Duomo di Monreale. La riproduzione digitale del repertorio delle sue opere fornirà una rappresentazione integrale del complesso pavimentale e parietale [zoccolo ad incrostazione marmorea] della Basilica, consentendo di riprodurne ogni parte alla scala di grandezza desiderata.
Curatore di questa incredibile opera telematica è Giuseppe Oddo, nato a Termini Imerese [Palermo] il 23 marzo 1949, ha frequentato il locale Liceo Classico Statale “G. Ugdulena” e si è laureato in Architettura all’Università degli Studi di Palermo.
Dal 1988, come vincitore di pubblico concorso, è docente di Storia dell’Arte negli istituti d’istruzione secondaria superiore.
Attualmente vive a Palermo, dove insegna presso il Liceo Classico Statale “Umberto I”.
Dal 1991 al 2007, come titolare di cattedra all’Istituto Statale d'Arte del Mosaico “M. D’Aleo” di Monreale, l’autore ha potuto dedicarsi, in modo sistematico e continuativo, allo studio dei mosaici parietali e pavimentali, in opus sectile a motivi geometrici, del Duomo di Monreale [si coglie l’occasione per ringraziare le autorità religiose della Basilica e, particolarmente, il personale di custodia per la disponibilità e la benevolenza dimostrate].
Il risultato di tale consistente e irripetibile attività di rilievo e studio, finalizzata alla riproduzione grafica delle circa 500 fasce musive a parete e dei tappeti pavimentali estesi in tutta l’area del Grande Presbiterio della Basilica, è in attesa di pubblicazione, mancando, al momento, uno sponsor che ne sostenga gli oneri editoriali.

martedì 23 dicembre 2014

Ascoli Medievale

Ascoli Medievale
Un po’ per sconfiggere il pessimismo millenarista, un po’ per rincorrere la salvezza, un po’ per ostentare i buoni rapporti con Roma, fatto è che tra l’inizio dell’anno Mille e il XIV sec. la città di Ascoli ha vissuto un proliferare di edifici di culto, addirittura alcune chiese sono quasi confinanti. Così, il centro storico ascolano presenta ai giorni nostri una straordinaria eredità architettonica, fatta di uno stile romanico imponente ma sobrio, con una costante in comune che avvicina la produzione nei diversi secoli coinvolti: il travertino.
Questo sito, realizzato dalla Associazione Culturale “Le Picene” si propone come una guida informale e accessibile per chi vuole conoscere questo patrimonio unico ancora tutto da scoprire. Vengono proposti percorsi divisi nei quattro quartieri storici del centro, con accenni ad alcune delle loro principali chiese. Comunque, la miglior forma per gustare Ascoli è camminare senza fretta per le sue Rue, oppure prendere una delle nostre bici in prestito.
L’ Associazione Culturale “Le Picene” è un progetto universitario del Dipartimento di Scienze della Formazione, Beni Culturali e Turismo, con cui, quattro studentesse del terzo anno, Silvia Ferri, Maria Vittoria Martin, Kelly Martinelli e Milena Santini, vogliono promuovere e valorizzare il meraviglioso patrimonio culturale di Ascoli Piceno, offrendo itinerari turistici, che portano a conoscere direttamente l’ancor cospicuo patrimonio risalente al Medioevo, eventi da non perdere e molto altro da vedere.
Visita il sito.

sabato 20 dicembre 2014

La Ghironda

La Ghironda è il sito dell'omonimo gruppo di musica medievale di Asti.
La Ghironda nasce nel 1982 come gruppo teatrale e musicale su iniziativa del regista astigiano Giuseppe Villavecchia, per l'allestimento dello spettacolo «Iacopone da Todi».
In seguito il nome resta al solo gruppo musicale che si amplia nell'organico, e sviluppa il suo repertorio basandosi sulla ricerca nell'ambito della musica medievale e rinascimentale, e parallelamente di quella tradizionale monferrina.
L'intento della formazione e' stato quello di sviluppare un racconto della tradizione melodica della zona, dal Medioeovo ad oggi, considerando la prossimità con la Provenza. Recentemente il gruppo ha deciso di limitarsi alla musica medievale.

venerdì 12 dicembre 2014

È nato l'Archivio Digitale del Volto Santo

Il 2014 ha visto la creazione di un nuovo strumento digitale ad uso degli studiosi ma anche di un pubblico colto interessato al fenomeno religioso e ai pellegrinaggi storici. Si tratta dell'Archivio Digitale del Volto Santo, frutto di una collaborazione tra la SISMEL (Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, Firenze), l’Archivio di Stato di Lucca e l’Associazione Mons Gaudii ed è curato dalla studiosa Ilaria Sabbatini. Il progetto vede la partnership dell’Università di Siena (Centro interdipartimentale per lo studio dell’ ospedale di Santa Maria della Scala), dell’Università di Tours – Francia (Département d’Histoire et d’Archéologie) e del Complesso Museale e Archeologico della Cattedrale di Lucca mentre altri enti e istituzioni culturali stanno per formalizzare la loro adesione.
Il progetto intende avviare un recupero della messe di conoscenze sul Volto Santo a partire dalle fonti manoscritte e iconografiche, raccogliendo la vasta bibliografia su quello che fu e rimane un emblema della stessa identità lucchese. La leggenda e il culto del Volto Santo furono peraltro condivisi ben al di fuori della Città, tanto da porsi come un ponte culturale e spirituale tra Oriente e Occidente, un elemento di contatto tra genti diverse ma unite da una potente componente comune. Anche seguendo le tracce della diffusione del culto del Volto Santo, si ritrovano le due anime dei lucchesi coesistenti in un raro equilibrio: l’orgoglioso senso di appartenenza a una comunità dalle grandi tradizioni e il valore della propria libertas insieme all’apertura verso il vasto mondo: spartiacque le Mura. Il Volto Santo infatti, oltre a parlarci della devozione della città di Lucca, che da secoli si esprime attraverso cerimonie religiose, ma anche feste e momenti di incontro, è anche un punto di riferimento per lo studio di quel fenomeno così importante che furono e continuano ad essere i pellegrinaggi a Gerusalemme ed in altri luoghi simbolo della cristianità. Lungo quel reticolo di strade che congiungeva Roma e Santiago di Compostela, Lucca occupava una posizione chiave ed anche per questa ragione il culto del simulacro lucchese assunse una grande rilevanza, molto al di sopra di una semplice pratica devozionale locale quale talvolta si tende a giudicarlo oggi.
Tenendo conto della via Francigena, o Romea a seconda della prospettiva, il progetto ha cercato la collaborazione delle Università di Siena e di Tours alla luce del fatto che in entrambi i casi si tratta di importanti snodi nel sistema di strade che metteva in comunicazione i grandi centri di culto del medioevo. Il Santa Maria della Scala di Siena fu infatti uno dei più antichi e grandi ospedali europei dove tutt’oggi spicca il bellissimo Pellegrinaio, riservato all’ospitalità dei viaggiatori, conosciuto per la presenza di uno dei più importanti cicli pittorici del Quattrocento senese. Anche la città di Tours, oltre ad essere il punto di partenza della via turonense per Santiago di Compostela, è collegata a Lucca tramite la figura di San Martino cui è dedicata la cattedrale che ospita. La celebre scultura del duomo di Lucca, la sua stessa intitolazione, sanciscono un legame che non è semplicemente evocativo ma esprime l’essenza di una relazione profonda, sul filo del tema della circolazione e dell’assistenza ai viandanti e ai pellegrini.

Il progetto ARVO si muove anche in questa direzione, ossia si propone di esplorare il fenomeno del pellegrinaggio in tutti i suoi elementi: la relazione tra le grandi vie di comunicazione, la diffusione dei culti, gli scambi culturali, il consolidarsi di un immaginario collettivo, fino all’influenza profonda sullo sviluppo architettonico dell’Occidente attraverso le imitazioni del Santo Sepolcro, ma anche la diffusione di reliquie, riti e santuari fortemente legati alla simbologia della Terra Santa. All’incrocio delle tematiche del Volto Santo e dei pellegrinaggi si pongono anche fatti e personaggi storici di primo piano, basti solo ricordare che Carlo Magno, passando per Lucca dove l’aveva condotto l’inseguimento di Uggeri il Danese, compì le sue devozioni dinanzi al «santo Vou» nella chiesa di San Martino. Di tutti questi episodi ben presenti alla consapevolezza degli studiosi fino a qualche decennio fa, storie che arricchivano di gustosi aneddoti le dissertazioni degli eruditi degli ultimi due secoli, si è persa in gran parte la memoria. L’ambizione del progetto ARVO è quella di riallacciare tutti i fili che si dipanano dal potente emblema del Volto Santo e di porsi come uno strumento organico di conoscenza.
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