Il progetto RAPHAEL è nato nel 2002 come Progetto interuniversitario di rilevante interesse nazionale. Il suo nome è un acronimo derivato dal titolo inglese del programma di ricerca:
Rhytmic And Proportional Hidden or Actual ELements in plainchant
Il progetto, cofinanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e promosso dalle Università di Lecce, Padova, Pavia e Parma in collaborazione con la Fondazione Guido d'Arezzo intende indagare e divulgare, nella pluralità dei suoi aspetti e con il supporto delle tecnologie informatiche, un corpus musicale di primaria importanza per la conoscenza della musica italiana ed europea dei secoli dal XIV al XVIII: il cosiddetto canto fratto.
Il comitato scientifico del Progetto, composto dai professori Antonio Lovato (Università di Padova), Francesco Luisi (Università di Parma), Pietro Zappalà (Università di Pavia) e Marco Gozzi (coordinatore nazionale, Università di Lecce), ha deciso di dedicare la prima fase del progetto al censimento e alla riproduzione dei Kyriali italiani.
La ricerca fornisce dunque in questo sito la mappatura e la riproduzione integrale dei pezzi appartenenti ai Kyriali italiani derivati da manoscritti ed edizioni, repertorio assai interessante non solo per i gregorianisti, ma anche per chi si occupa di polifonia sacra dal XIV al XVII secolo.
Il sito permette di sfogliare i Kyriali (nelle due sezioni dei manoscritti e delle edizioni), come anche di ricercare qualsiasi componimento (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus) con riferimento ai repertori, attraverso la pagina di ricerca nei Kyriali.
(Elementi ritmici e proporzionali, nascosti o palesi, nel canto piano).
Rhytmic And Proportional Hidden or Actual ELements in plainchant
Il progetto, cofinanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e promosso dalle Università di Lecce, Padova, Pavia e Parma in collaborazione con la Fondazione Guido d'Arezzo intende indagare e divulgare, nella pluralità dei suoi aspetti e con il supporto delle tecnologie informatiche, un corpus musicale di primaria importanza per la conoscenza della musica italiana ed europea dei secoli dal XIV al XVIII: il cosiddetto canto fratto.
Il comitato scientifico del Progetto, composto dai professori Antonio Lovato (Università di Padova), Francesco Luisi (Università di Parma), Pietro Zappalà (Università di Pavia) e Marco Gozzi (coordinatore nazionale, Università di Lecce), ha deciso di dedicare la prima fase del progetto al censimento e alla riproduzione dei Kyriali italiani.
La ricerca fornisce dunque in questo sito la mappatura e la riproduzione integrale dei pezzi appartenenti ai Kyriali italiani derivati da manoscritti ed edizioni, repertorio assai interessante non solo per i gregorianisti, ma anche per chi si occupa di polifonia sacra dal XIV al XVII secolo.
Il sito permette di sfogliare i Kyriali (nelle due sezioni dei manoscritti e delle edizioni), come anche di ricercare qualsiasi componimento (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus) con riferimento ai repertori, attraverso la pagina di ricerca nei Kyriali.
(Elementi ritmici e proporzionali, nascosti o palesi, nel canto piano).
COS'È IL CANTO FRATTO
Il canto fratto è un tipo di canto cristiano liturgico eseguito con valori proporzionali: al contrario del cosiddetto gregoriano il cantus fractus possiede spesso una notazione con elementi mensurali, che indica con precisione il valore delle note.
Si tratta di un repertorio assai diffuso in tutta Europa e testimoniato da numerosi libri liturgici sia manoscritti sia a stampa, dal XIV al XX secolo, che riguarda soprattutto tre forme di canto liturgico: i Credo, gli inni e le sequenze. Nel Settecento il fenomeno dilaga e interessa tutti i canti dell'Ordinario della Messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei).
A questo repertorio, completamente trascurato dalla ricerca musicologica e dagli esecutori, un consorzio di Università italiane ha dedicato quattro anni di ricerca attraverso un Progetto interuniversitario di rilevante interesse nazionale (PRIN), cofinanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca: il Progetto RAPHAEL.
Dopo quattro anni di ricerca si è pensato di rendere fruibili a tutti gli studiosi e gli appassionati di canto liturgico le riproduzioni dei Kyriali sinora fotografati, realizzando il progetto.
Per ascoltare alcuni esempi di canto fratto, visita la pagina degli ascolti.
Si tratta di un repertorio assai diffuso in tutta Europa e testimoniato da numerosi libri liturgici sia manoscritti sia a stampa, dal XIV al XX secolo, che riguarda soprattutto tre forme di canto liturgico: i Credo, gli inni e le sequenze. Nel Settecento il fenomeno dilaga e interessa tutti i canti dell'Ordinario della Messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei).
A questo repertorio, completamente trascurato dalla ricerca musicologica e dagli esecutori, un consorzio di Università italiane ha dedicato quattro anni di ricerca attraverso un Progetto interuniversitario di rilevante interesse nazionale (PRIN), cofinanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca: il Progetto RAPHAEL.
Dopo quattro anni di ricerca si è pensato di rendere fruibili a tutti gli studiosi e gli appassionati di canto liturgico le riproduzioni dei Kyriali sinora fotografati, realizzando il progetto.
KYRIALI ITALIANI
Il sito permette di sfogliare i Kyriali (nelle due sezioni dei manoscritti e delle edizioni), come anche di ricercare qualsiasi componimento (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus) con riferimento ai repertori, attraverso la pagina di ricerca nei Kyriali.ASCOLTI ED ESEMPI
Il canto cristiano liturgico conosce molto presto esecuzioni con valori proporzionali, soprattutto per quanto riguarda i testi metrici (inni e poi sequenze), ma nei primi anni del Trecento compare in Francia meridionale un nuovo tipo di repertorio che si diffonde rapidamente in Italia e poi in tutta Europa: in questo periodo si compongono infatti dei Credo con notazione mensurale, i più importanti dei quali sono il cosiddetto Credo Cardinalis e il cosiddetto Credo Regis o Apostolorum. Il primo è il più tipico esempio di canto fratto, citato spesso dai teorici musicali come prototipo del genere, tramandato da moltissimi testimoni a partire dal Trecento.Per ascoltare alcuni esempi di canto fratto, visita la pagina degli ascolti.
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