Le
 finalità del sito ‘Sardegna medievale’ si possono riassumere nella 
volontà di diffusione della conoscenza di una cultura semisconosciuta al
 grande pubblico sardo e nella maggior parte dei casi ignorata oppure 
esaminata con molta superficialità dagli studiosi continentali, che 
troppo spesso esprimono i loro giudizi sulla base di documentazione 
fotografica infedele.
Fino a non molti decenni or sono la Sardegna
 è stata rappresentata soltanto dal mondo dei nuraghi e dagli affreschi 
della abbazia di Saccargia: due momenti culturali assai più espressivi 
di qualunque racconto storico per quanto alto questo potesse essere e 
niente affatto estranei ad esso se lo si vuole comprendere fino in 
fondo. La ricerca è progredita e Saccargia non è più un unicum. Si è scoperto che qui circolavano ateliers
 di grande livello; cicli pittorici come quelli di Galtellì o di Trullas
 ma anche gli affreschi della chiesa del castello di Bosa testimoniano 
l’assurdità di vecchie tesi secondo le quali l’Isola avrebbe vissuto in 
orgoglioso isolamento rispetto alla vorticosa circolazione di uomini e 
di idee lungo le rotte mediterranee durante il corso di tutto il 
Medioevo. Taglie pisane chiamate dai giudici sardi costruivano alcune 
tra le più belle chiese medievali sarde, oggetto di stupore quando un 
visitatore impreparato si trova improvvisamente di fronte ad esse; le 
decorazioni scultoree medievali spesso non sono inferiori per livello 
qualitativo alle opere presenti nel duomo pisano; i cicli affrescati e 
scolpiti mostrano quale melting pot di operatori (lombardi, 
toscani, laziali, visigoti) lavoravano nelle chiese dell’Isola al 
servizio dei regnanti locali e dei vescovi.
Se poi si dovesse pensare che solo dopo il Mille, 
come attesterebbe la documentazione storica pervenutaci, la Sardegna si 
sarebbe aperta alla cultura continentale, ebbene basteranno i dipinti 
murali della chiesa rupestre di Sant’Andrea Priu a Bonorva o le 
decorazioni aniconiche di riuso presenti nella facciata del San Nicola 
di Trullas anteriori al volgere del Millennio per attestare che un solo 
tipo di ricerca (quella storica) non è in grado di offrire un quadro 
completo di qualsiasi civiltà. Gli esempi a dimostrazione di quanto 
affermato sono moltissimi e non dimentichiamo affatto il peso della 
cultura bizantina ampiamente testimoniata nell’Isola da numerosi edifici
 sacri e materiale plastico, così come quello dell’eredità 
paleocristiana attestata da alcuni capitelli conservati nel San Gavino 
di Porto Torres.
Coordinatore scientifico del progetto è la storica dell’arte Fernanda Poli
 che ha elaborato un piano di lavoro quanto più possibile completo dei 
siti medievali meritevoli di attenzione, spesso trascurati o comunque 
trattati a livello ‘inventariale’ negli scritti editi, allo scopo di 
valorizzarne quel ruolo di pietre miliari che rivestono tutti i 
‘monumenti’ (cioè opere degne di memoria). Non sarà trascurato alcun 
aspetto della civiltà altomedievale e medievale (architettura, pittura, 
scultura, epigrafia, nonché le cosiddette, con definizione impropria, 
arti minori). Il sito è aperto anche a contributi sull’archeologia 
specialmente quando collegati al trapasso tra il mondo classico e 
l’incipiente civiltà altomedievale.
Amministratore del sito e curatrice della documentazione fotografica è la fotografa Rossella Fadda.
Verranno accolti interventi di studiosi giovani e 
meno giovani desiderosi di contribuire al nostro progetto: la diffusione
 della conoscenza dell’arte in Sardegna.